Il Presepio romano

 

 

 

Stilisticamente parlando, la principale peculiarità del presepio romano tradizionale consiste in un marcato richiamo al paesaggio (urbano e agreste) della Capitale con la rappresentazione di caratteristiche zone della “Roma sparita”, in parte abbattute a fine Ottocento in favore della crescente richiesta di urbanizzazione. Il tutto  fa da sfondo alla scena povera della grotta (di solito in sughero, per simulare il tufo), a casolari, locande, rovine e acquedotti, intorno a cui si “muovono” animali e personaggi vari al lavoro, come a voler trasfigurare in un rione capitolino la città di Betlemme.
Nel 1950 ai fratelli Mario e Renato Mattia, che da due anni curavano la costruzione del presepio nella Chiesa romana di Santa  Maria in Via, venne in mente di preparare una rievocazione della Natività diversa dai canoni in voga fino a quel momento e che si riallacciasse, invece, alla tradizione settecentesca napoletana: la Sacra Scena accompagnata da tanti episodi di vita quotidiana, ma ambientata – naturalmente – a Roma. Da quell’anno in poi, quindi, si parlerà di “presepio romano” intendendo uno scenario ambientato nella Roma della seconda metà dell’Ottocento, ricostruita essenzialmente tenendo presenti gli acquarelli di E.Roesler Franz.
 

Si potranno così ammirare – tanto per fare qualche esempio – la cupola di S.Pietro, Castel S.Angelo, Porta S.Paolo, Trastevere, via del Tritone, piazza Barberini, via della Lungaretta, il Passetto di Borgo, il Portico d’Ottavia e così via! La realizzazione delle costruzioni è caratterizzata da una rigorosa prospettiva e da una accurata tecnica miniaturistica che infonde vita alle tegole dei tetti, agli intonaci slabbrati e fatiscenti, ai vecchi camini, alle fontane che buttano acqua reale, alle riquadrature di porte e finestre ed ai fiori che fanno bella mostra di sé su terrazzini e davanzali; il freddo sereno del cielo decembrino con l’ammiccare delle stelle; la realistica luce dei lampioni agli angoli delle cantonate e quella fioca e altrettanto realistica degli interni delle umili case; gli arredamenti si intravedono da porte e finestre socchiuse; ricchissimo quello delle cucine e delle taverne dove solitamente spiccano le guarnizioni di molti rami lucenti. Oltre alle case, fanno parte di questi splendidi palcoscenici botteghe di rivenditori, di artigiani, di osti, e bancarelle di droghieri, pescivendoli e tanti altri mercanti. E poi passanti, pastori, contadini, bambini, zampognari, animali……  Il tutto, ovviamente, senza tralasciare la cura e la devozione per l’allestimento della Sacra Famiglia.